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Descrizione

 

 

Fossa Nera A

A partire dal 1987, grazie all'impegno del Comune di Porcari, lo scavo nel sito di Fossa nera A, in età antica posto sulla sponda sinistra del basso corso del fiume Auser, ha portato in luce le tracce di un'abitazione rurale tardorepubblicana che nasce nel 150 a.C. e termina la sua vita intorno al 400 d.C.. Gli scavi hanno dimostrato che nella prima fase, fino almeno al 30 a.C., gli abitanti vivevano di viticoltura (cosa impensabile per gli archeologi in quanto si supponeva che il vino arrivasse dalla Campania o dal Lazio) grazie al ritrovamento di un palmento con pavimento a cocciopesto collegato attraverso un tubo fittile ad una piccola vaschetta di raccolta, un tinetto esterno, in ceramica sul fondo e cocciopesto alle pareti, conservato in maniera egregia. Fra le strutture messe in luce, un pozzo risalente alla seconda fase di vita della fattoria (40-30 d.C.), profondo 3,5 metri, scavato dagli archeologi interamente dall'interno, e, fra i tanti oggetti ritrovati, monete tardo repubblicane, una lucerna, lanx in terracotta di uso comune, vasi in terra sigillata italica, olpai risalenti al IV-V secolo, ritrovati nel pozzo, che indicano il momento in cui la fattoria è stata abbandonata ed in cui il lago ha cominciato ad espandersi.

Le indagine archeologiche hanno permesso di identificare anche tracce di precedenti fasi insediative; in particolare, resti di un villaggio dell'età del Bronzo e di un abitato etrusco del V secolo a.C.
Come in altri siti della piana lucchese, anche a Fossa Nera, l'alternanza tra periodi di abbandono e fasi di occupazione, è strettamente connessa con il particolare contesto ambientale del basso corso dell'Auser, tendente, in periodi climaticamente sfavorevoli e in assenza di consistenti opere di regimazione, ad esondare nella piana, allagando e impaludando ampie zone.
Un insediamento dell'età del Bronzo fu individuato già nel 1984, quando, a seguito di lavori per la realizzazione di una discarica di pulper da cartiera, un'ingente quantità di reperti archeologici venne recuperata poco ad ovest dell'area di occupazione etrusca e poi romana.

L'insieme dei materiali documenta una lunga frequentazione del sito, dalla media età del Bronzo fino al periodo di transizione tra età del Bronzo recente e finale. Di particolare interesse la presenza di ceramiche del tutto simili a quelle diffuse nella pianura padana occidentale, che confermano l'esistenza di contatti e scambi culturali con le popolazioni oltreappenniniche, probabilmente attraverso la valle del Serchio. Manufatti in bronzo e in ambra sottolineano l'esistenza di rapporti privilegiati con l'area settentrionale.

A Fossa Nera A uno strato archeologico dell'età del Bronzo è stato individuato nell'area dell'insediamento etrusco, al di sotto di uno spesso livello alluvionale che segna il successivo lungo periodo di abbandono, dovuto, almeno in parte, alle mutate condizioni ambientali.

I resti dell'abitato etrusco, benché in gran parte compromessi o comunque scarsamente definibili a causa delle successive edificazioni di epoca romana, risalgono al periodo di massima occupazione del basso corso dell'Auser da parte degli Etruschi, tra la fine del VI e il V secolo a.C.. 
L'area doveva essere interessata da un piccolo agglomerato di abitazioni, con le relative strutture di servizio; tra queste, in particolare, sono state indagate alcune grandi buche con probabile funzione di silo per la conservazione di derrate. In prossimità dell'area di abitazione si trovavano inoltre due fosse di discarica, che hanno restituito numerosi reperti ceramici.

Tra i reperti riferibili a questo periodo, oltre al consueto vasellame d'impasto per gli usi domestici e alle ceramiche da mensa, grigie o di colore chiaro, compaiono anfore vinarie etrusche e greche, bacini e macine in pietra lavica provenienti dall'Italia centro-meridionale.

Dopo l'abbandono dell'insediamento etrusco, evidenziato anch'esso da un deposito fluviale, l'area viene rioccupata nel II secolo a.C. con la colonizzazione romana.
L'edificio tardorepubblicano, i cui resti sono attualmente visibili nell'area archeologica, è a pianta quadrata con muri in pietre parzialmente sbozzate; ha l'ingresso ad est ed un ambiente rettangolare annesso sul retro.

A partire dall'età augustea, la fattoria viene ristrutturata e progressivamente ampliata, con la costruzione di un'ala rettangolare verso sud-est, grandi aie pavimentate a laterizi ed il pozzo. Ulteriori ristrutturazioni e ampliamenti sono documentati infine per l'età tardoantica, con numerosi reperti che ne attestano ancora la consistente occupazione.

 

 

Bibliografia

⁃ Ciampoltrini G., Aspetti dell'insediamento etrusco nella valle del Serchio: il V sec. a.C., in "Studi Etruschi" LIX, 1994
⁃ Zecchini M., Lucca etrusca. Abitati, necropoli, luoghi di culto, Lucca 1999
⁃ Andreotti A., Zanini A., L'insediamento di Fossa Nera di Porcari (Lucca), in Rivista di Scienze Preistoriche 47, 1995-1996
AA. VV., Le dimore dell'Auser, Archeologia, Architettura, Ambiente dell'antico lago di Sesto, Lucca 2005

 

 

 

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